Cibo e Bellezza
Alla base dell’auspicato “Rinascimento culturale e sociale” vi è la necessità di dare forte dignità ai luoghi e ai modi del nostro vivere, dando Bellezza ad ogni aspetto della vita per innalzare il quotidiano di ogni individuo ad una reale armonia tra corpo e mente. Dobbiamo tornare a testimoniare, anche attraverso il cibo, che siamo detentrici di un profondo sapere interiore che tesse ogni giorno miriadi di attività che lasceranno nei nostri figli un senso di appartenenza ad una civiltà profondamente radicata. La civiltà industriale ha mostrato di essere efficiente, adesso occorre che si dia un’etica per non trasformare l’individuo in puro consumatore. Il rapporto unicamente predatorio con la natura non è più possibile, dobbiamo consapevolizzare la diffusa bramosia dell’onnivoro consumatore e trasformarla nella capacità di acquistare solo ciò che serve a migliorare le condizioni di vita delle persone.
Perché dobbiamo tutelare e conservare la bellezza delle nostre “ricette casalinghe”?
L’educazione alla bellezza in ogni sua espressione è educazione all’eternità, ad una considerazione del tempo più ampia, non più circoscritta ai nostri impegni nelle eterne corse di una madre che lavora troppe ore al giorno. Un semplice passato di verdura preparato con cura, ricercando le verdure di stagione coltivate con rispetto per la terra, educano il bambino alla sacralità della vita e quindi al rispetto e alla cura di sé e dell’ambiente in cui si vive anche attraverso il cibo. Noi siamo detentrici di un immenso patrimonio culturale legato alla cura e all’accudimento solo per il fatto di essere Donne. Patrimonio è una parola che deriva dal latino ed è composta da pater (padre) e munus (compito)…..alla lettera il compito del padre, ovvero ciò che i padri lasciano in consegna ai figli. Quindi abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli come nutrirsi correttamente perché la vita è importante, non va danneggiata rincorrendo un cibo industriale senza storia e amore per la vita. Se voglio educare alla vita lo devo fare con gesti quotidiani di amore per la salute mia e di mio figlio. I nostri libri di ricette rappresentano la storia delle nostre nonne che con grande attenzione e da vere “alchimiste” si ingegnavano a armonizzare ciò che la natura offriva di stagione in stagione. Tramandare una ricchezza non significa genericamente o tecnicamente conservare bene nel tempo per esempio un vecchio libro di ricette, ma dare significato agli occhi dei nostri figli di quanto quella realtà sia una ricchezza, un bene centrale che stiamo tramandando. Questo è il lascito, una trasmissione non di beni ma di attenzioni. Ciò che occorre a questo mondo sono uomini e donne educati alla bellezza e all’amore in ogni momento della giornata anche nel semplice apparecchiare il tavolo per mangiare.